L’Epistolario leopardiano raccoglie 940 lettere scritte dal 1810 al 1837 agli amici, agli editori, agli eruditi, alle donne: argute e spiritose, o tristi e dolorose, spedite da Recanati o dalle città dove lo portava la sua fuga dal «natio borgo selvaggio». Uno scrigno che contiene il tesoro dello spessore umano, degli affetti, pene, passioni e timori dello splendido poeta e geniale letterato.
Giacomo Leopardi
nacque a Recanati nel 1798. S’immerse con straordinaria precocità negli studi filologici e letterari, compromettendo per sempre la salute. Dal 1822 in poi la sua vita fu una continua fuga – con ritorni più o meno brevi – dal «natio borgo selvaggio»: a Roma nel ’22-23, quindi a Milano, Bologna, Firenze, Pisa, fino all’ultima dimora a Napoli, dove morì nel 1837. Oltre ai Canti, lasciò numerosi scritti, fra cui le Operette morali, lo Zibaldone e i Pensieri, tutti pubblicati dalla Newton Compton nel volume unico Tutte le poesie, tutte le prose e lo Zibaldone, curato da Lucio Felici e Emanuele Trevi.
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