Ellen Notbohm torna con una nuova guida sull'autismo, questa volta dedicata agli insegnanti. Partendo dalla propria esperienza personale, individua le «10 cose» essenziali che gli insegnanti dovrebbero tenere a mente quando si rapportano con alunni e alunne con autismo, per aiutarli a crescere e imparare.
Dopo il successo di 10 cose che ogni bambino con autismo vorrebbe che tu sapessi, Ellen Nothbom torna con un nuovo libro per aiutare gli insegnanti in modo pratico e guidarli nel loro modo di pensare e agire di fronte alle sfide che alunni e alunne con autismo richiedono quotidianamente.
Tenendo presente la propria esperienza personale, l'autrice assume la prospettiva di bambini e bambine con autismo per descrivere ai docenti le «10 cose» essenziali da tenere a mente in classe: ad esempio, come comprendere gli schemi di pensiero e di elaborazione delle informazioni caratteristici dell'autismo, come realizzare un ambiente favorevole per l'apprendimento e come comunicare con le persone di ogni età con autismo in modo funzionale e significativo.
Le dieci cose che ogni insegnante deve sapere:
Siamo tutti sia insegnanti sia studenti e studentesse;
Stiamo una squadra: il successo dipende dalla nostra capacità di lavorare tutti assieme;
Penso in modo diverso. Fa' in modo che quello che insegni abbia senso per me;
Il comportamento è comunicazione: per te, per me, per noi;
Se non riusciamo a comunicare, nessuno di noi imparerà molto;
Insegna a me nella mia interessa;
Sii curioso, anzi… sii molto curioso!
Posso fidarmi di te?
Credici!
Considerami come un adulto competente e attieniti a questa immagine di me.
«C'erano, e ci sono tuttora, un grande bisogno e un crescente disponibilità a comprendere il mondo così come viene percepito dai bambini con autismo. Questo libro è diventato realtà principalmente per due ragioni. La prima è che, dal momento in cui ho sentito la parola "autismo" utilizzata in riferimento a mio figlio Bryce, sono stata determinata a far sì che la mia famiglia affrontasse il fatto senza risentimenti e senza recriminazioni, nel modo più costruttivo, positivo e sano possibile. La seconda ragione è che, sebbene avessi già (ovviamente) assunto il mio ruolo di genitore, mi sono presto resa conto che avrei dovuto rivestire anche quello dell'insegnante per molte, molte altre cose oltre alle buone maniere a tavola e all'allacciare le scarpe. Avrei dovuto insegnare cose che ancora non conoscevo neanche lontanamente. In altre parole, dovevo imparare prima di poter insegnare.»