In questo libro, cruciale per capire il suo percorso, Luce Irigaray interroga l’opera dei presocratici che sta alla radice della nostra cultura. Ricordandoci la storia di Ulisse e Antigone, dimostra come, fin dall’inizio, la tradizione occidentale rappresenti un esilio per l’umanità. Per emergere dall’origine materna, l’uomo ha elaborato un discorso di padronanza e ha costruito un mondo proprio che a poco a poco si è allontanato dalla vita, dalla sua coltivazione e condivisione. Tornare alla cultura greca delle origini è necessario per recuperare la nostra appartenenza naturale e imparare a coltivarla umanamente nel rispetto delle nostre differenze. Invece di un’astratta logica, occorre un linguaggio capace di esprimere un’energia vivente e di trasformare i nostri istinti in desideri condivisibili. L’arte diviene allora una mediazione indispensabile per un’altra evoluzione dell’umanità.