Friedrich Glauser proclama, nella sua Lettera aperta sul romanzo poliziesco (1937), il contemporaneo Simenon un maestro e l’appena nato Maigret un modello. È certo che nessuno come l’investigatore svizzero può essere paragonato al commissario di «Quai des Orfèvres»: è anche lui calmo, corpulento, «nella media, ragionevole e trasognato». Con una differenza: Studer è più amaro e meno filosofo.
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