Il romanzo è la confessione ai lettori dell’orrendo delitto perpetrato un anno prima con lucida follia dal protagonista. Tullio Hermil è un uomo colto, elegante, ma al tempo stesso perennemente inquieto e sopraffatto da un’irrefrenabile carica sensuale. Sposato con la remissiva Giuliana, a causa delle sue ripetute infedeltà spinge la moglie nelle braccia di un altro uomo: da quell’incontro Giuliana adesso attende un figlio. Tullio perdona la moglie, ma riversa tutto il suo odio sul nascituro, che viene percepito come una presenza ingombrante e colpevole, un insopportabile intruso. L’amor proprio tradito, le istanze egotistiche e narcisistiche prendono il sopravvento, fino a far maturare nella coppia la decisione di uccidere il neonato, esponendolo nudo al gelo dell’inverno. L’innocente, con la sua ossessiva attenzione ai dettagli più crudi e l’ostentato ribrezzo per le manifestazioni fisiologiche del corpo, ci offre un drammatico punto di approdo dell’esteta dannunziano, stretto fra le sue velleitarie aspirazioni di potenza e le fraintese suggestioni dostoevskiane.
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