Edizione integrale
A cura di Maria Argenziano
In questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1908, Pirandello, in aspra polemica con Benedetto Croce, delimita i confini di una forma di arte particolare come l'opera umoristica e ne mette in luce la spontaneità, suscitata dall'impulso creativo del sentimento, sia pure un sentimento particolare, nutrito di riflessione, come il sentimento del contrario: l'umorista, infatti, non procede a un'armonizzazione dei contrasti, ma fonda la propria arte sulla dissonanza e sulla scissione, sulla contraddizione, sulla presenza irrisolta di opposizioni. Ha bisogno di una estrema libertà d'espressione. L'umorismo è così sicuramente più aderente di qualsiasi altra forma d'arte alla mobilità che pervade il reale e la coscienza dell'uomo. Con questo saggio Pirandello segna la sua distanza dalla tradizione aulica e accademica di tanta nostra letteratura, rivendicando alla sua arte una libertà irrispettosa di ogni regola estrinseca e di ogni convenzione.
Luigi Pirandello
nato ad Agrigento nel 1867, si laureò in filologia a Bonn nel 1891. Iniziò la sua attività letteraria e teatrale quando Capuana lo introdusse nel mondo culturale romano. Dal 1897 al 1922 si dedicò all’insegnamento. Nel 1934 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura. Morì a Roma nel 1936. Di Luigi Pirandello la Newton Compton ha pubblicato molte opere in volumi singoli e i volumi unici I romanzi, le novelle e il teatro; Tutti i romanzi e Novelle per un anno.