“Avevo la strana idea che se riuscivi a controllare la mente e ripetevi con forza ‘Non avrò mai figli’, con ogni probabilità non sarebbero venuti. Pensavo che ‘controllo delle nascite’ significasse questo.”
Sophia ha ventuno anni, un avventato matrimonio da far funzionare, e adesso aspetta anche un bambino. Le ambizioni artistiche del neo-papà poco aiutano il bilancio domestico della giovane famiglia, che si barcamena in una Londra anni Trenta in piena recessione. Pericolosamente vicina alla soglia della povertà, e con un neonato da accudire, Sophia deve escogitare qualcosa per trarsi d’impaccio. Incantevole e spiazzante, candida e appassionata, la protagonista di questo “perenne tè con il cappellaio matto” ricorda da vicino la figura dell’autrice, che sposò giovanissima un pittore spiantato per poi divorziare quattro anni e molte – romanzesche – peripezie più tardi.