“Les Filles du feu”, raccolta di cui “Sylvie” fa parte, apparve nel gennaio del 1854, in un periodo in cui Gérard de Nerval era internato nella clinica del dottor Émile Blanche a Passy. Si tratta di otto racconti dedicati all’amico fraterno Alexandre Dumas. Nell’edizione originale chiudono il volume i dodici sonetti intitolati “Les Chimères”.
Sylvie è certamente il più noto dei racconti de “Les Filles du feu” e probabilmente uno dei lavori meglio riusciti dell’intera produzione di Nerval.
Nella donna, di cui nomi e fattezze sembrano solo declinazioni contingenti scaturite dall’incontro con la bellezza terrena, c’è ogni cosa: tentazione, espiazione, soluzioni pratiche e idillio. Nella figura della donna vi è sempre il pretesto ideale per invocare la salvazione tanto necessaria e che alla fin fine dovrebbe risolvere l’ossessivo rimpianto dell’infanzia, vero male del mondano e insoddisfatto protagonista.
Niente di più, insomma, di quel che quasi ogni uomo prova per quasi ogni donna. Molto di più, se a dare anima e lettere a questa incompiutezza dal sapore non ancora schematicamente freudiano, è un poeta immenso e ispirato come Gèrard de Nerval.
L’autore
Gérard de Nerval (1808-1855) – nome d’arte del poeta, saggista e traduttore Gérard Labrunie – è stato uno dei più grandi esponenti del Romanticismo francese. Oltre che da una grande creatività, de Nerval era afflitto da gravi disordini mentali, che lo portarono nel 1855 al suicidio. L’autore vedeva i sogni come mezzi di comunicazione tra il mondo di tutti i giorni e il mondo degli eventi soprannaturali, le sue opere riflettono le visioni e le fantasie che minacciavano costantemente la sua sanità mentale. Raggiungeva l’apice della sua arte quando combinava il suo gusto squisito con la sua infallibile intuizione per l’immagine appropriata con cui trascrivere i suoi sogni di un paradiso perduto di bellezza, realizzazione, innocenza e giovinezza.
Di Gérard de Nerval, D’Anza Editore ha pubblicato “Aurélia. Ovvero il sogno e la vita”, in formato audio e ebook.