Il 21 febbraio 2020 viene scoperto il focolaio di Codogno. L'Italia è la prima nazione colpita dall'epidemia del «nuovo coronavirus» fuori dalla Cina. Vengono adottate le prime restrizioni locali, ma il paese è diviso fra allarmismo e scetticismo.
Nei lunghi mesi dell'emergenza per la pandemia, Paolo Giordano ha fatto quello che fanno gli scrittori: ha osservato e provato a descrivere un mondo di colpo divenuto minaccioso e alieno. Ma ha fatto anche quello che fanno le persone di scienza: ha provato a capire, ad ascoltare il dubbio, a non farsi spaventare da ciò che appariva ignoto. Le cose che ha imparato, giorno dopo giorno, per muoversi dentro questa nuova realtà le ha condivise in una sorta di «diario in pubblico» allo stesso tempo intimo e collettivo, una ricerca inquieta e lucida di un equilibrio nuovo tra ragione, emotività e comportamenti. Perché le cose che non dimenticheremo sono proprio quelle che ci porteremo dietro quando la tempesta sarà placata e le nuvole si apriranno sopra un paesaggio che non abbiamo mai visto. Un paesaggio che, per una volta, abbiamo la possibilità di disegnare più simile a come lo vogliamo.
Prefazione di Barbara Stefanelli.