«Baudelaire aveva la capacità folgorante di percepire ciò che è. Come John Donne, di qualsiasi cosa scrivesse, faceva risuonare nel suo verso, nella sua prosa una vibrazione che invadeva ogni angolo – e presto spariva. Preliminare a ogni pensiero, metafisica è in Baudelaire la sensazione, la pura apprensione dell’istante, la congenita inclinazione a sorprendersi in certe occasioni in cui la vita, come srotolando un lungo tappeto, rivela la profondità indefinita dei suoi piani. “Mi sono accontentato di sentire”: parole di falsa modestia che dicono tutta l’enormità del suo azzardo».
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