“Pavel Aleksandrovicˇ Florenskij è il pensatore che incarna, interpreta ed esprime come nessun altro sia la complessità e la varietà della cultura del XX secolo, sia l’anima del popolo russo nei suoi aspetti più profondi e specifici; è veramente una figura la cui esistenza può essere legittimamente considerata emblema degli splendori e delle miserie del Novecento.” L’esegesi del pensiero di Florenskij ha rappresentato una tappa essenziale nelle riflessioni di Silvano Tagliagambe sul ruolo dell’arte e sulla relazione tra visibile e invisibile. In questo volume, il filosofo che fu allievo di Geymonat – specializzatosi in Fisica quantistica all’Università di Mosca – ci introduce all’opera di un personaggio dalla sorprendente versatilità che, prima di trovare la morte nel gulag, fu capace, per dirla con parole di Tagliagambe, di “frantumare ogni barriera tra filosofia, teologia, matematica, fisica, biologia, storia e critica dell’arte, muovendosi con rigore e competenza all’interno di ciascuno di questi campi”.