Di fronte alla disfatta, la cultura della sinistra radicale ha scelto di tagliare i ponti con la tradizione del pensiero dialettico tedesco per abbracciare il pensiero francese del desiderio, della differenza e della microfisica del potere. Gli esiti di questa svolta sono stati l’ideologia postmoderna, il pensiero debole e le illusioni sulle magnifiche sorti e progressive dell’economia immateriale. Roberto Finelli imbocca una via alternativa: tenta cioè di approfondire la dialettica di un Marx maturo il quale, tagliando definitivamente (ancorché inconsapevolmente) i ponti con Hegel, e sostituendo il concetto di contraddizione con il concetto di astrazione, riesce a svelare la vera fonte di un potere capitalistico il cui tramonto non è iscritto come necessità storica nella natura stessa della classe operaia.