Nella nostra vita pubblica e privata l’idea stessa di conflitto è stata bandita. O, più precisamente, tendiamo a essere intolleranti verso qualunque forma di opposizione e conflittualità, rendendoci di fatto ciechi verso gli aspetti positivi, progressivi, di crescita sociale e individuale che il “conflitto” racchiude (come ben sanno, per esempio, gli psicologi). La rimozione del conflitto, la negazione della sua natura ineliminabile e anzi di positivo corollario dell’esperienza umana, ha in sé il rischio della criminalizzazione di ogni divergenza dalla norma e porta con sé l’effetto “stabilizzante” di ogni ideologia totalitaria.