"Cosa devo fare della mia vita? Io non lo so. Avevo tutto: una famiglia, i soldi, l'amore, il rispetto. E il Sea-Gull HÔtel des Étrangers. Non mi è rimasto più niente." Jacopo D'Alverno è un quarantenne indeciso a tutto, che gestisce pigramente il vecchio albergo di famiglia senza voler prendere atto che certi fasti appartengono a un'altra epoca; fino al giorno in cui assiste impotente all'incendio che decreta la chiusura dell'hotel e lo costringe a fare i conti con se stesso. Abbandonato da moglie e figlia, vessato dalla compagnia di assicurazione, aggredito dai creditori, Jacopo affronta la sua débâcle esistenziale con l'aiuto di due improbabili compagni d'avventura: il suo molesto e irresistibile avvocato, anche lui neoscapolo costantemente in bilico tra euforia e disperazione; e Astrid, giornalista freelance e antica fiamma di gioventù che Jacopo accompagna controvoglia in Norvegia per seguire il processo a Anders Breivik. Senza parlare di altre tre figure femminili della famiglia D'Alverno, ognuna importantissima per Jacopo: una sorella anticonformista, una madre che si ostina a vivere tumulata nell'albergo chiuso e in rovina, e il ricordo angosciante di una cugina scomparsa negli spensierati anni dell'infanzia.
Narrato in prima persona, con un sapiente andirivieni nel tempo, il romanzo affronta con sguardo limpido il momento della crisi. Arguto e malinconico, lucido e impeccabile nell'analisi delle nostre insufficienze, Leonardo Colombati si conferma come uno dei narratori più importanti del panorama italiano contemporaneo.