Che cosa significa vedere? Si può imparare a farlo? Che differenza c’è con il guardare? E in che senso l’ombra, le zone oscure entrano a far parte di ciò che è illuminato dalla luce? Perché bisogna accecarsi «artificialmente per poter concentrare tutta la luce su un punto oscuro»? Il testo segue un suggestivo percorso che coinvolge le neuroscienze, la fisica, la psicologia e attraversa i territori della poesia, della filosofia e della teologia. Ne scaturisce così una “strategia dello sguardo” come espressione di una creatività che dilata gli orizzonti delle esperienze e va costantemente alla ricerca di nuove frontiere per assecondare la nostra inesauribile ricerca di senso attraverso le immagini e la fantasia, insostituibili supporti della percezione per chi voglia e sappia pensare altrimenti.