Muhammad Ali: il pugile dalle esaltanti vittorie mondiali cominciate quando aveva solo diciott'anni e si chiamava Cassius Clay, il campione invincibile e inafferrabile «che vola come una farfalla e punge come un'ape», il divo clamorosamente alla ribalta per gesta e spacconate, ma anche il campione convertito all'Islam consapevole che questo avrebbe potuto costargli carriera o guadagni, la «macchina da pugni» che rinuncia al titolo mondiale dei massimi pur di non indossare la divisa e servire l'esercito in guerra contro il Vietnam.
In questa autobiografia, uscita per la prima volta nel 1975, Muhammad Ali, all'apice della sua carriera, racconta di sé con orgoglio e sfacciata schiettezza: «Io sono il più grande» è il suo motto. Ma è un grande che parla a cuore aperto e che non esita ad ammettere: «Ogni volta che metto piede sul ring, lo stomaco mi si chiude dalla strizza», e svela cosa prova quando il pugno dell'avversario giunge a segno, scaraventandolo «nella stanza del dormiveglia». È il lato privato dell'uomo pubblico che questo straordinario memoir ci restituisce: il ragazzo nero che si è aperto faticosamente una strada in una città del Sud ostile e razzista; i suoi anni sul ring, con i suoi incubi, le sue tragedie, e qualche prospettiva di agiatezza per chi accetta di conformarsi alle sue durissime leggi; le dolorose immagini delle vittime, di quelli che non sono mai arrivati al vertice e trascinano la loro esistenza tra gli scampoli di un passato favoloso e le miserie di un presente che li vede menomati nel fisico e nell'intelligenza; il costo terribile di un mestiere che non ammette distrazioni o rilassamenti; l'ebbrezza delle vittorie, quando ci si sente padroni del mondo, e la tragedia delle sconfitte, quando ci si trova improvvisamente soli dopo essere passati per un calvario di sofferenze e di terrore. In queste pagine emerge l'affermazione della dignità dell'uomo, conquistata nel sacrificio e nello sforzo e caparbiamente difesa anche quando tutto suggerirebbe comodi compromessi. Una vita straordinaria, raccontata da Ali in prima persona quando era ancora all'apice del successo, che oggi, a distanza di anni e dopo la sua scomparsa, ci restituisce con forza immutata l'orgoglio e il coraggio, sul ring come nella vita, del più grande pugile di tutti i tempi.