Tutti conveniamo che la conoscenza nel suo farsi e l’organizzazione democratica siano i due pilastri su cui si deve reggere l’educazione e che devono quindi costituire le basi di ogni idea di scuola.Se poi ci si interroga su che cosa abbiamo in comune le due colonne portanti indicate è difficile sottrarsi all’idea che il tratto distintivo che condividono è il fatto di essere entrambe l’espressione di modalità organizzative non solo dinamiche, ma capaci di mettere continuamente in discussione le proprie istituzioni e i propri significati, evitando di cristallizzarli e di sottrarli al vaglio del pensiero critico.Ciò porta a una conclusione ben precisa: che se la scuola vuole educare realmente alla conoscenza e alla democrazia deve aderire a questi stessi principi ispiratori e applicarli concretamente nelle sue pratiche. C’è un solo modo di farlo davvero: quello di esibire una pluralità e un diramarsi di potenzialità differenti che indichi un’effettiva capacità di aprirsi all’incontenibile proliferazione teorica che contraddistingue il nostro tempo, evitando ogni forma di banale normalizzazione, e di misurarsi con il nuovo e l’imprevisto, formando teste che siano capaci di gestirliL’idea di scuola presentata in questo libro è costruita e sviluppata a partire da questo nucleo centrale che ne è l’impronta.